Affidata l’educazione ad una scuola che valorizza le differenze, che promuove la solidarietà e l’accoglienza, che si attiva per l’integrazione di ogni diversità, ovvero una scuola inclusiva, possiamo ben sperare un buon avvenire per la società. Se ci spogliamo delle vesti di predicatori edificanti e cominciamo a dare il buon esempio forse ci mostriamo più credibili.
Cosa hanno in comune i ragazzi extracomunitari ospiti della casa famiglia “Istituto Maria Ausiliatrice” delle suore salesiane e i ragazzi dell’Arca seguiti dalla sig.ra Caterina De Santis? In occasione di una manifestazione organizzata dall’IPIA “Archimede” di Cammarata è stato possibile vedere come mondi tanto lontani e culture diverse possano ritrovarsi accanto, sullo stesso palco. I primi hanno stupito per un’energica danza tribale guidata dal capogruppo che, con un irrequieto costume tradizionale, ha coinvolto tutti i presenti. I ragazzi dell’Arca impegnati in un sicilianissimo ballo, hanno trasmesso una straordinaria carica di gioia ed entusiasmo. A nessuno sono sembrati diversi, né agli alunni che hanno approvato le performances con applausi e rispettoso contegno né agli altri presenti che hanno suggerito di riproporre simili momenti. Se la seria convinzione di essere tutti uguali pur nella diversità del colore della pelle, del credo religioso o politico, della cultura, muoverà le nostre azioni e i nostri pensieri, possiamo ambire alla costruzione di una pacifica società multietnica come traguardo possibile.
“Dalla buona o cattiva educazione della gioventù dipende un buon o un triste avvenire della società.” (Don Bosco).
Traguardi possibili – Un esempio di integrazione all’IPIA Archimede
